Argomento: segreto professionale

Il diritto di un indagato / imputato di conferire con il proprio avvocato riservatamente è uno dei requisiti elementari di un processo equo in una società democratica e deriva dall'articolo 6 § 3 (c) della Convenzione europea per i diritti dell'uomo.

Viola la CEDU la mancanza di garanzie procedurali relative specificamente alla tutela della riservatezza professionale degli avvocati per perquisizioni e sequestri. 

Non si ha rivelazione, e quindi violazione del segreto professionale, nel caso di comunicazione della notizia a chi già la conosceva.

Viola l'articolo 8 la perquisizione informatica dello smartphone di un indagato senza escludere corrispodenza con difensore.. 

L'obbligo di testimoniare per il giornalista è compatibile con l'art. 10 della Convenzione EDU solo quando l'interesse al procedimento penale supera l'interesse del giornalista a non rivelare le sue fonti.

La procura  non può aggirare il segreto professionale facendo deporre il cliente su quanto riferito dall'avvocato. 

La confidenzialità fra avvocato e cliente è assicurata in teoria, ma rischia di essere aggirata nella pratica. 

In assenza di formale opposizione del segreto d'ufficio o professionale alla richiesta di esibizione di documentazione nulla impedisce all'autorità giudiziaria procedente di emanare un normale decreto di sequestro della documentazione anche coperta da segreto professionale, la cui operatività è espressamente fondata nel presupposto che vi sia stata una formale opposizione del segreto, della cui fondatezza l'autorità giudiziaria procedente abbia motivo di dubitare.

Giornalisti svolgono attività delicatissima e iniziative ingiustificatamente invasive potrebbero limitare il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero.

Perquisisce lo studio di un avvocato per ricercare la fonte di una notizia giornalistica viola il diritto alla riservatezza e alla libera manifestazione del pensiero.