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Bolzaneto G8, dimenticati i principi di uno stato di diritto (Cass. 37088/13)

10 settembre 2013, Cassazione penale

Nella caserma di Bolzaneto - dove furono portati più di 150 manifestanti no-global arrestati, picchiati e detenuti in spregio ad ogni norma di garanzia durante il G8 di Genova del 2001 - per le violenze e le illegalità commesse dalle forze dell’ordine si è verificato il «completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto».

Lo scrive la Cassazione nelle 110 pagine della sentenza 37088 ha confermato gli abusi contestati a quasi tutti i 40 imputati coinvolti nei quattro giorni di violenza senza fine consumatasi nella «prigione provvisoria» dal 20 al 23 luglio.

Sebbene quasi tutta la responsabilità penale dei 40 imputati - dirigenti e agenti della polizia, dirigenti e agenti della polizia penitenziaria, medici, e carabinieri anche se in misura minore - sia stata cancellata per prescrizioni e indulto, la Suprema Corte sottolinea la «consapevole inerzia» con la quale chi aveva un ruolo gerarchico «aveva rafforzato nei sottoposti la certezza dell’impunità»; «i momenti di violenza - sottolinea l’alta Corte - non si alternavano a periodi di tranquillità, ma l’esatto contrario».

Quei crimini sanguinosi si sono svolti sotto gli occhi e la percezione di coloro che degli arrestati avrebbero dovuto avere cura. Medici compresi che hanno assistito a pestaggi senza muovere un dito. Già sul piazzale della caserma - scrive la Cassazione - «si consumavano» le violenze e le «vittime martoriate e terrorizzate» venivano fatte passare oltre, verso l’ufficio matricola e le celle, «attraverso un clamore minaccioso e prodromico dei delitti che vi si commettevano».

Torture di ogni tipo: botte, gas urticanti, umiliazioni, denudamenti di ragazzi e ragazze fatte piegare a novanta gradi davanti agli uomini in divisa. Insulti, diniego di usare il bagno, né acqua né alcun tipo di cibo per nessuno, mentre alcuni agenti cantavano inni fascisti. Dappertutto l’odore del sangue, dell’urina e facce piene di lividi. Non sono mancati nemmeno i verbali falsi nei quali si attestava che i ragazzi stranieri non volevano l’assistenza del loro consolato né che fossero avvertiti i familiari.

A Bolzaneto - rileva la Cassazione - «la commissione di gravi reati non era occasionale, all’interno di un luogo nel quale i lamenti dei prigionieri vessati erano continui». Nessuno degli imputati può dire di non essersi accorto di nulla. Per quanto riguarda l’operato dei carabinieri, la Cassazione ricorda che «sebbene in massima parte (ma non nella totalità) si fossero astenuti dal commettere gli stessi delitti ascrivibili agli altri agenti, avevano comunque assistito alla loro perpetrazione senza impedirli».

Il pdf della sentenza è scaricabile qui.