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Ne bis in idem estradizionale nell'UE (CGUE, HF, 2022)

28 ottobre 2022, Corte di Giustizia

L'articolo 54 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen  letto alla luce dell'articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea deve essere interpretato nel senso che osta all'estradizione, da parte delle autorità di uno Stato membro, di un cittadino di un paese terzo verso un altro paese terzo, qualora, da un lato, tale cittadino sia stato condannato con sentenza definitiva in un altro Stato membro per i medesimi fatti cui si riferisce la domanda di estradizione e sia stato sottoposto alla pena inflitta in tale Stato e, dall'altro, la domanda di estradizione sia fondata su un trattato bilaterale di estradizione che limita la portata del principio del ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato membro richiesto.

 (traduzione informale)

CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA

(Grande Camera)

Case C-435/22 PPU.

 ECLI:EU:C:2022:852

28 ottobre 2022 (*)

(Rinvio pregiudiziale - Procedimento pregiudiziale d'urgenza - Cooperazione giudiziaria in materia penale - Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea - Articolo 50 - Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen - Articolo 54 - Principio del ne bis in idem - Accordo di estradizione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America - Estradizione di un cittadino di un paese terzo verso gli Stati Uniti in forza di un trattato bilaterale concluso da uno Stato membro - Cittadino condannato con sentenza definitiva per gli stessi fatti e che ha scontato integralmente la pena in un altro Stato membro)

Nella causa C-435/22 PPU,

RICHIESTA di pronuncia pregiudiziale ai sensi dell'articolo 267 TFUE presentata dall'Oberlandesgericht München (Tribunale regionale superiore di Monaco, Germania), con decisione del 21 giugno 2022, pervenuta alla Corte il 1° luglio 2022, nel procedimento penale contro

HF,

parte interveniente:

Generalstaatsanwaltschaft München,

LA CORTE (Grande Camera),

composta da K. Lenaerts, presidente, L. Bay Larsen, vicepresidente, A. Arabadjiev, A. Prechal, E. Regan, P.G. Xuereb, L.S. Rossi, D. Gratsias, M.L. Arastey Sahún (relatore), presidenti di sezione, S. Rodin, F. Biltgen, N. Piçarra, N. Wahl, I. Ziemele e J. Passer, giudici,

Avvocato generale: A.M. Collins,

Cancelliere: D. Dittert, capo unità,

vista la procedura scritta e a seguito dell'udienza del 13 settembre 2022,

viste le osservazioni presentate per conto di:

- HF, da S. Schomburg e M. Weber, Rechtsanwälte,

- della Generalstaatsanwaltschaft München, da F. Halabi, in qualità di agente,

- il Governo tedesco, da J. Möller, P. Busche, M. Hellmann e U. Kühne, in qualità di agenti,

- la Commissione europea, da L. Baumgart e M. Wasmeier, in qualità di agenti,

sentite le conclusioni dell'Avvocato generale presentate all'udienza del 13 ottobre 2022,

pronuncia la seguente

sentenza

1 La presente domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull'interpretazione dell'articolo 54 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985 tra i governi degli Stati dell'Unione economica del Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni (GU 2000, L 239, pag. 19), firmata a Schengen il 14 giugno 1985. 19), firmata a Schengen il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore il 26 marzo 1995 (in prosieguo: la "CAAS"), come modificata dal regolamento (UE) n. 610/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013 (GU L 182, pag. 1), nonché dell'articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (in prosieguo: la "Carta").

2 La richiesta è stata presentata nell'ambito di una domanda di estradizione presentata dalle autorità degli Stati Uniti d'America alle autorità della Repubblica federale di Germania in vista di un procedimento penale contro HF, cittadino serbo.

Contesto giuridico

Diritto dell'Unione europea

La CISA

3 La CAAS è stata conclusa per garantire l'applicazione dell'accordo tra i governi degli Stati dell'Unione economica del Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni, firmato a Schengen il 14 giugno 1985 (GU 2000, L 239, pag. 13).

4 L'articolo 20 della CAAS, incluso nel capitolo 4, intitolato "Condizioni per la circolazione degli stranieri", del suo titolo II, prevede al paragrafo 1 che:

Gli stranieri non soggetti all'obbligo di visto possono circolare liberamente nei territori delle Parti contraenti per un periodo massimo di 90 giorni su un periodo di 180 giorni, a condizione che soddisfino le condizioni di ingresso di cui all'articolo 5, paragrafo 1, lettere a), c), d) ed e)".

5 L'articolo 54 della CAAS, che si trova nel capitolo 3, intitolato "Applicazione del principio ne bis in idem", del titolo III della stessa, prevede quanto segue:

Una persona il cui processo sia stato definitivamente chiuso in una [p]arte contraente non può essere perseguita in un'altra [p]arte contraente per gli stessi fatti, a condizione che, se è stata inflitta una pena, questa sia stata eseguita, sia in corso di esecuzione o non possa più essere eseguita in base alle leggi della [p]arte contraente che ha pronunciato la sentenza".

Il Protocollo sull'integrazione dell'acquis di Schengen nell'ambito dell'Unione Europea

6 La CAAS è stata integrata nel diritto dell'Unione europea dal Protocollo sull'integrazione dell'acquis di Schengen nell'ambito dell'Unione europea, allegato al trattato sull'Unione europea e al trattato che istituisce la Comunità europea con il trattato di Amsterdam (GU 1997, C 340, pag. 93), come parte dell'"acquis di Schengen", come definito nell'allegato di tale protocollo.

7 Ai sensi dell'articolo 2, paragrafo 1, secondo comma, di tale protocollo:

"Il Consiglio [dell'Unione europea] (...) determina, conformemente alle pertinenti disposizioni dei trattati, la base giuridica di ciascuna delle disposizioni o decisioni che costituiscono l'acquis di Schengen".

8 In applicazione di tale disposizione, il 20 maggio 1999 il Consiglio ha adottato la decisione 1999/436/CE che determina, in conformità delle pertinenti disposizioni del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea, la base giuridica per ciascuna delle disposizioni o decisioni che costituiscono l'acquis di Schengen (GU L 176, pag. 17). Dall'articolo 2 e dall'allegato A di tale decisione si evince che il Consiglio ha designato gli articoli 34 UE e 31 UE come basi giuridiche dell'articolo 54 della CAAS.

L'accordo UE-USA

9 L'articolo 1 dell'accordo sull'estradizione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America del 25 giugno 2003 (GU L 181, pag. 27; in prosieguo: l'"accordo UE-USA") recita quanto segue:

Le Parti contraenti si impegnano, conformemente alle disposizioni del presente accordo, a prevedere un rafforzamento della cooperazione nell'ambito delle relazioni di estradizione applicabili tra gli Stati membri e gli Stati Uniti d'America che disciplinano l'estradizione degli autori di reati".

10 L'articolo 3 dell'accordo UE-USA, intitolato "Ambito di applicazione del presente accordo in relazione ai trattati bilaterali di estradizione con gli Stati membri", stabilisce le condizioni e le modalità in base alle quali le disposizioni degli articoli da 4 a 14 di tale accordo sostituiscono o integrano le disposizioni dei trattati bilaterali di estradizione conclusi dagli Stati membri con gli Stati Uniti.

11 L'articolo 16 di tale accordo, intitolato "Applicazione temporale", prevede:

'1. Il presente accordo si applica ai reati commessi sia prima che dopo la sua entrata in vigore.

2. Il presente accordo si applica alle richieste di estradizione presentate dopo la sua entrata in vigore. ...'

12 L'articolo 17 di tale accordo, intitolato "Inderogabilità", recita:

'1. Il presente Accordo non pregiudica l'invocazione, da parte dello Stato richiesto, di motivi di rifiuto relativi a una questione non disciplinata dal presente Accordo, disponibili ai sensi di un trattato bilaterale di estradizione in vigore tra uno Stato membro e gli Stati Uniti d'America.

2. Qualora i principi costituzionali o le decisioni giudiziarie definitive vincolanti per lo Stato richiesto possano costituire un impedimento all'adempimento dell'obbligo di estradizione e la soluzione della questione non sia prevista dal presente accordo o dal trattato bilaterale applicabile, si svolgeranno consultazioni tra lo Stato richiesto e lo Stato richiedente.

Il Codice frontiere Schengen

13 L'articolo 6, paragrafo 1, primo comma, del regolamento (UE) 2016/399 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, relativo a un codice unionale relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen) (GU 2016, L 77, pag. 1), come modificato dal regolamento (UE) 2018/1240 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 settembre 2018, che istituisce un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) e che modifica i regolamenti (UE) n. 1077/2011, (UE) n. 515/2014, (UE) 2016/399, (UE) 2016/1624 e (UE) 2017/2226 (GU 2018 L 236, pag. 1) ("codice frontiere Schengen"), prevede:

'Per i soggiorni previsti nel territorio degli Stati membri di durata non superiore a 90 giorni su un periodo di 180 giorni, il che comporta la considerazione del periodo di 180 giorni precedente ogni giorno di soggiorno, le condizioni di ingresso per i cittadini di paesi terzi sono le seguenti:

(a) sono in possesso di un documento di viaggio valido che autorizza il titolare ad attraversare la frontiera e che soddisfa i seguenti criteri:

(i) la sua validità si estende per almeno tre mesi dopo la data prevista di partenza dal territorio degli Stati membri. In caso di emergenza giustificata, si può derogare a tale obbligo;

(ii) deve essere stato rilasciato negli ultimi 10 anni;

(b) sono in possesso di un visto valido, se richiesto ai sensi del [Regolamento (UE) 2018/1806 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, che adotta l'elenco dei Paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei Paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (GU 2018 L 303, pag. 39)] o di un'autorizzazione di viaggio valida, se richiesta ai sensi del [Regolamento 2018/1240], tranne nel caso in cui siano in possesso di un permesso di soggiorno valido o di un visto per soggiorni di lunga durata valido;

...'

14 Tale disposizione ha sostituito l'articolo 5, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, che istituisce un codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen) (GU L 105, pag. 1), che a sua volta ha sostituito l'articolo 5, paragrafo 1, della CAAS. Di conseguenza, l'articolo 20, paragrafo 1, della CAAS deve essere inteso come riferito all'articolo 6, paragrafo 1, del codice frontiere Schengen.

Regolamento 2018/1806

15 Ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento 2018/1806:

"I cittadini dei paesi terzi elencati nell'allegato I sono tenuti ad essere in possesso di un visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne degli Stati membri".

16 L'articolo 4, paragrafo 1, di tale regolamento è formulato come segue:

I cittadini dei Paesi terzi elencati nell'allegato II sono esentati dall'obbligo di cui all'articolo 3, paragrafo 1, per soggiorni di durata non superiore a 90 giorni su un periodo di 180 giorni".

17 La Repubblica di Serbia è uno dei Paesi terzi elencati nell'allegato II.

Diritto tedesco

18 L'articolo 1 dell'Auslieferungsvertrag zwischen der Bundesrepublik Deutschland und den Vereinigten Staaten von Amerika (Trattato di estradizione tra la Repubblica federale di Germania e gli Stati Uniti d'America) del 20 giugno 1978 (BGBl. 1980 II, pag. 647; "il Trattato di estradizione Germania-USA"), intitolato "Obbligo di estradizione", prevede al paragrafo 1 che:

Le Parti contraenti convengono di estradarsi reciprocamente, fatte salve le disposizioni descritte nel presente Trattato, le persone che si trovano nel territorio di una delle Parti contraenti e che sono state accusate di un reato o sono ricercate dall'altra Parte contraente per l'esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza pronunciata dalla magistratura per un reato commesso nel territorio dello Stato richiedente".

19 L'articolo 2 di tale trattato, intitolato "Reati passibili di estradizione", come modificato dallo Zusatzvertrag zum Auslieferungsvertrag zwischen der Bundesrepublik Deutschland und den Vereinigten Staaten von Amerika (trattato complementare al trattato tra la Repubblica federale di Germania e gli Stati Uniti d'America relativo all'estradizione) del 21 ottobre 1986 (BGBl. 1988 II, p. 1087), prevede:

"(1) I reati passibili di estradizione ai sensi del presente Trattato sono reati punibili secondo le leggi di entrambe le Parti contraenti. ...

(2) L'estradizione sarà concessa per un reato estradabile

(a) per l'esercizio dell'azione penale, se il reato è punibile secondo le leggi di entrambe le Parti contraenti con la privazione della libertà per un periodo massimo superiore a un anno ...

...'

20 L'articolo 8 di tale trattato, intitolato "Pregiudizio per lo stesso reato", recita come segue:

"L'estradizione non è concessa quando la persona di cui è richiesta l'estradizione è stata giudicata e assolta o punita con effetto definitivo e vincolante dalle autorità competenti dello Stato richiesto per il reato per il quale è richiesta l'estradizione".

21 Secondo il giudice del rinvio, il Trattato di estradizione Germania-USA è stato adattato all'Accordo UE-USA con il Zweiter Zusatzvertrag zum Auslieferungsvertrag zwischen der Bundesrepublik Deutschland und den Vereinigten Staaten von Amerika (secondo trattato aggiuntivo al Trattato tra la Repubblica federale di Germania e gli Stati Uniti d'America in materia di estradizione) del 18 aprile 2006 (BGBl. 2007 II, pag. 1634; in prosieguo: il "secondo trattato aggiuntivo").

La controversia nella causa principale e la questione pregiudiziale

22 Il 20 gennaio 2022, HF, cittadino serbo, è stato sottoposto a custodia cautelare in Germania in virtù di un avviso rosso emesso dall'Organizzazione internazionale di polizia criminale (Interpol) su richiesta delle autorità degli Stati Uniti d'America, che chiedeva l'estradizione di HF al fine di perseguirlo per reati commessi tra settembre 2008 e dicembre 2013. Tale avviso rosso era stato pubblicato sulla base di un mandato d'arresto emesso il 4 dicembre 2018 dalla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto di Columbia.

23 HF è quindi detenuto in Germania dal 20 gennaio 2022 ai fini di tale procedura di estradizione.

24 I reati di cui alla richiesta di estradizione consistono in un'associazione a delinquere finalizzata alla partecipazione a organizzazioni corruttive influenzate dal racket e in un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi bancarie e di frodi mediante telecomunicazioni, ai sensi del Titolo 18, Codice degli Stati Uniti, sezione 1962(d) e sezione 1349.

25 Con lettera del 25 gennaio 2022, le autorità statunitensi hanno trasmesso alle autorità tedesche il mandato d'arresto del 4 dicembre 2018, insieme all'atto d'accusa del Gran Giurì della Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia dello stesso giorno.

26 Al momento dell'arresto, HF ha dichiarato di essere residente in Slovenia e ha esibito un passaporto serbo rilasciato l'11 luglio 2016 e valido fino all'11 luglio 2026, un permesso di soggiorno sloveno rilasciato il 3 novembre 2017 e scaduto il 3 novembre 2019 e una carta d'identità kosovara. Secondo l'ordinanza di rinvio, nel 2020 le autorità slovene hanno respinto la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno di HF.

27 Su richiesta dell'Oberlandesgericht München (Tribunale regionale superiore, Monaco di Baviera, Germania), il giudice del rinvio, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di estradizione di HF verso gli Stati Uniti, e della Generalstaatsanwaltschaft München (Procura della Repubblica, Monaco di Baviera, Germania), le autorità slovene hanno fornito le seguenti informazioni.

28 In primo luogo, HF è stato condannato con sentenza dell'Okrožno sodišče v Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor, Slovenia), del 6 luglio 2012, divenuta definitiva il 19 ottobre 2012, a un anno e tre mesi di reclusione per il reato di "attacco a sistemi informatici", ai sensi dell'articolo 221.IV, in combinato disposto con il paragrafo II, del Kazenski zakonik (Codice penale sloveno), commesso tra dicembre 2009 e giugno 2010.

29 In secondo luogo, tale pena detentiva è stata commutata in 480 ore di lavori socialmente utili, che HF ha interamente scontato entro il 25 giugno 2015.

30 In terzo luogo, con decisione del 23 settembre 2020, l'Okrožno sodišče v Kopru (Tribunale distrettuale di Capodistria, Slovenia) ha respinto la richiesta di estradizione di HF presentata alle autorità slovene dalle autorità statunitensi ai fini dell'esercizio dell'azione penale, in quanto gli atti precedenti al luglio 2010 cui si fa riferimento in tale richiesta erano oggetto della sentenza dell'Okrožno sodišče v Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor) di cui al paragrafo 28 della presente sentenza. Per quanto riguarda gli altri atti descritti nella richiesta di estradizione, avvenuti dopo il giugno 2010, non vi era alcun sospetto di reato.

31 In quarto e ultimo luogo, tale sentenza dell'Okrožno sodišče v Kopru (Tribunale distrettuale di Capodistria) è stata confermata dalla sentenza del Višje sodišče v Kopru (Corte d'appello di Capodistria, Slovenia), dell'8 ottobre 2020, ed è diventata definitiva.

32 Il giudice del rinvio afferma, da un lato, che la domanda di estradizione precedentemente inviata alle autorità slovene e la domanda di estradizione oggetto del procedimento principale riguardano gli stessi reati e, dall'altro, che i fatti sui quali si è pronunciato l'Okrožno sodišče v Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor), nella sentenza citata al punto 28 della presente sentenza, sono identici a quelli di cui alla seconda domanda di estradizione, per quanto riguarda i reati commessi fino al giugno 2010 incluso.

33 Pertanto, secondo il giudice del rinvio, la legittimità della domanda di estradizione, nella misura in cui riguarda fatti anteriori al luglio 2010, dipende dall'applicazione del principio del ne bis in idem, quale sancito dall'articolo 54 della CAAS, in combinato disposto con l'articolo 50 della Carta, alla controversia di cui al procedimento principale.

34 Il giudice del rinvio osserva che la giurisprudenza consolidata dalla sentenza del 12 maggio 2021, Bundesrepublik Deutschland (Interpol red notice) (C-505/19, EU:C:2021:376; in prosieguo: la "sentenza Interpol red notice"), non consente di decidere tale questione, tenuto conto delle differenze tra la causa del procedimento principale e quella che ha dato luogo a tale sentenza.

35 In primo luogo, tale giudice rileva che l'HF non è un cittadino dell'Unione.

36 In secondo luogo, la controversia nel procedimento principale riguarda una richiesta formale di estradizione e non soltanto la pubblicazione di un avviso rosso dell'Interpol per un arresto provvisorio in vista di un'eventuale estradizione.

37 In terzo luogo, se la Repubblica federale di Germania dovesse rifiutare l'estradizione di HF a causa dell'obbligo di rispettare il principio del ne bis in idem, ai sensi dell'articolo 50 della Carta, essa violerebbe l'obbligo di estradizione di cui all'articolo 1, paragrafo 1, del Trattato di estradizione tra Germania e Stati Uniti, dal momento che il reato attribuito a HF soddisfa le condizioni di cui all'articolo 2, paragrafi 1 e 2, di tale Trattato.

38 Il fatto che HF sia già stato condannato con sentenza definitiva dalla sentenza del Tribunale di Okrožno sodišče v Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor), del 6 luglio 2012, per una parte dei reati oggetto della domanda di estradizione di cui trattasi nel procedimento principale, vale a dire quelli commessi fino al giugno 2010 incluso, e che la pena inflitta sia già stata interamente scontata, non osta all'estradizione di HF. Infatti, come risulta chiaramente dalla sua formulazione, l'articolo 8 del Trattato di estradizione Germania-Usa vieta allo Stato richiesto di concedere l'estradizione sulla base del principio ne bis in idem solo nel caso in cui la persona di cui è stata richiesta l'estradizione sia stata giudicata e punita con effetto definitivo e vincolante dalle autorità competenti di tale Stato, nella fattispecie la Repubblica federale di Germania. Non è possibile interpretare tale articolo come se riguardasse anche le condanne pronunciate in altri Stati membri.

39 Inoltre, la Repubblica federale di Germania e gli Stati Uniti hanno espressamente convenuto, nel corso dei negoziati relativi al Trattato di estradizione Germania-USA, che le decisioni pronunciate in paesi terzi non impediscono l'estradizione.

40 Infine, tale interpretazione dell'art. 8 del Trattato di estradizione Germania-Stati Uniti deriva anche dal fatto che il secondo Trattato aggiuntivo, con il quale il Trattato di estradizione Germania-Stati Uniti è stato adattato all'Accordo UE-Stati Uniti, non ha previsto alcuna disposizione specifica che estenda il divieto di doppia incriminazione a tutti gli Stati membri.

41 Tuttavia, il giudice del rinvio non è certo che l'articolo 50 della Carta, in combinato disposto con l'articolo 54 della CAAS, imponga alla Repubblica federale di Germania di rifiutare l'estradizione dell'HF per reati per i quali è stata pronunciata una sentenza definitiva da parte del tribunale di Okrožno sodišče v Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor).

42 A tal proposito, in primo luogo, il giudice del rinvio afferma che le condizioni per l'applicazione del principio del ne bis in idem, sancito dall'articolo 50 della Carta e dall'articolo 54 della CAAS, sono soddisfatte nel caso del procedimento principale.

43 Innanzitutto, l'HF è stato condannato con sentenza definitiva da un giudice di uno Stato membro e la pena inflitta è stata interamente scontata.

44 Inoltre, il beneficio delle disposizioni di cui al punto 42 della presente sentenza non è riservato esclusivamente ai cittadini dell'Unione europea.

45 Inoltre, ai sensi dei punti 94 e 95 della sentenza "Interpol red notice", l'arresto provvisorio da parte di uno Stato membro di una persona oggetto di un avviso di ricerca Interpol su richiesta di un paese terzo costituisce un'"azione penale", ai sensi dell'articolo 54 della CAAS. Pertanto, una decisione sulla legittimità di un'estradizione, come quella oggetto del procedimento principale, che si traduca nella consegna della persona interessata al paese terzo richiedente ai fini dell'esercizio dell'azione penale, deve essere considerata anch'essa come un "esercizio dell'azione penale".

46 Infine, una decisione sulla legittimità dell'estradizione di un cittadino di un paese terzo arrestato in uno Stato membro verso gli Stati Uniti comporta l'attuazione del diritto dell'Unione ai sensi dell'articolo 51 della Carta. Tale decisione riguarda, da qualsiasi punto di vista, l'accordo UE-USA; nell'applicare tale accordo si dovrebbe tener conto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta. Inoltre, secondo il giudice del rinvio, quando HF è stato arrestato, aveva il diritto di circolare liberamente ai sensi dell'articolo 20, paragrafo 1, della CAAS, in combinato disposto con l'articolo 6, paragrafo 1, primo comma, lettera b), del codice frontiere Schengen, e con l'articolo 4, paragrafo 1, del regolamento 2018/1806, dato che, in quanto cittadino serbo, era esente dall'obbligo di visto. Pertanto, nell'applicare l'articolo 20 della CAAS, occorre tenere conto di tali diritti fondamentali.

47 Ciò premesso, in secondo luogo, il giudice del rinvio dubita che l'articolo 50 della Carta, letto in combinato disposto con l'articolo 54 della CAAS, possa condurre alla situazione in cui un cittadino di un paese terzo non possa essere estradato negli Stati Uniti.

48 A tale proposito, essa afferma che, nella sentenza relativa all'avviso rosso dell'Interpol, la Corte ha fatto riferimento al diritto alla libera circolazione, ai sensi dell'articolo 21 TFUE, della persona oggetto dell'avviso rosso nella causa che ha dato origine a tale sentenza, vale a dire un cittadino tedesco, prima di concludere che tale persona beneficia del principio ne bis in idem, come garantito dall'articolo 54 della CAAS, nel contesto di un avviso rosso pubblicato dall'Interpol relativo all'arresto provvisorio di tale persona in vista di una sua eventuale estradizione verso un paese terzo.

49 HF, in quanto cittadino serbo, non gode del diritto alla libera circolazione ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 1, del TFUE. Tuttavia, essendo esente dall'obbligo di visto, gode del diritto alla libera circolazione ai sensi dell'articolo 20 della CAAS. Occorre pertanto esaminare se il diritto alla libera circolazione ai sensi di quest'ultima disposizione possa essere limitato in circostanze come quelle oggetto del procedimento principale.

50 A tale riguardo, il giudice del rinvio è piuttosto propenso a ritenere che il combinato disposto dell'articolo 54 della CAAS e dell'articolo 50 della Carta non osti all'estradizione dell'HF verso gli Stati Uniti, dal momento che tale giudice è tenuto a rispettare l'obbligo di estradizione previsto dal Trattato di estradizione Germania-USA.

51 Per giungere a tale conclusione, il giudice del rinvio si basa su un'interpretazione dell'articolo 351, primo comma, TFUE nel senso che esso copre anche gli accordi che, pur essendo stati conclusi dopo il 1° gennaio 1958, riguardano un settore per il quale l'Unione europea è divenuta competente solo dopo la conclusione di tali accordi, a causa di un'estensione delle competenze dell'Unione europea che non era oggettivamente prevedibile per lo Stato membro interessato al momento della conclusione di tali accordi.

52 Il Trattato di estradizione Germania-Usa è entrato in vigore il 30 luglio 1980, vale a dire prima della conclusione, il 14 giugno 1985, dell'Accordo tra i governi degli Stati dell'Unione economica del Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni e, a maggior ragione, prima della conclusione, il 19 giugno 1990, della CAAS e, il 2 ottobre 1997, del Trattato di Amsterdam, che ha integrato l'acquis di Schengen nell'ambito dell'Unione europea. Pertanto, la Repubblica federale di Germania non poteva prevedere, al momento della conclusione del Trattato di estradizione Germania-USA, che un principio di ne bis in idem a livello europeo o che la cooperazione giudiziaria in materia penale sarebbe stata incorporata nella sfera di competenza dell'Unione europea.

53 Inoltre, poiché l'Accordo UE-USA non prevede tale principio ne bis in idem a livello europeo, si può dedurre a contrario che un trattato bilaterale di estradizione che si limiti a prevedere un divieto nazionale di doppia incriminazione deve continuare a essere rispettato.

54 In tali circostanze, l'Oberlandesgericht München (Tribunale superiore di Monaco) ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte di giustizia la seguente questione pregiudiziale:

Se l'articolo 54 della [CAAS], in combinato disposto con l'articolo 50 della [Carta], se debba essere interpretato nel senso che tali disposizioni ostano all'estradizione di un cittadino di un paese terzo che non è cittadino dell'Unione. cittadino di un paese terzo che non è cittadino dell'Unione europea ai sensi dell'articolo 20 del TFUE, da parte delle autorità di uno Stato contraente di tale Convenzione e di uno Stato membro dell'Unione europea, verso un paese terzo, qualora nei confronti della persona interessata sia stata pronunciata una sentenza definitiva da parte di un altro Stato membro dell'Unione europea per gli stessi reati cui si riferisce la richiesta di estradizione e tale sentenza sia stata eseguita, e qualora la decisione di rifiutare l'estradizione di tale persona verso il paese terzo sarebbe possibile solo a costo di violare un trattato bilaterale di estradizione esistente con tale paese terzo. '

La richiesta di applicazione del procedimento pregiudiziale d'urgenza

55 Il giudice del rinvio ha chiesto che la presente domanda di pronuncia pregiudiziale sia trattata con il procedimento pregiudiziale d'urgenza previsto dall'articolo 23 bis, primo comma, dello Statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea e dall'articolo 107 del regolamento di procedura della Corte di giustizia.

56 A sostegno della sua richiesta, il giudice del rinvio ha invocato il fatto che l'HF è detenuto in Germania dal 20 gennaio 2022 ai fini della procedura di estradizione oggetto del procedimento principale e che la risposta alla questione pregiudiziale può avere conseguenze su tale detenzione in attesa di estradizione.

57 Occorre rilevare, in primo luogo, che la presente domanda di pronuncia pregiudiziale verte, in particolare, sull'interpretazione dell'articolo 54 della CAAS e che, come risulta dall'articolo 2 della decisione 1999/436 e dall'allegato A della stessa, il Consiglio ha designato gli articoli 34 e 31 UE come basi giuridiche degli articoli da 54 a 58 della CAAS.

58 Sebbene l'articolo 34 UE sia stato abrogato dal Trattato di Lisbona, l'articolo 31 UE è diventato gli articoli 82, 83 e 85 TFUE. Queste ultime disposizioni rientrano nel titolo V della parte terza del Trattato FUE, relativo allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. La presente domanda può pertanto formare oggetto del procedimento pregiudiziale d'urgenza, ai sensi dell'articolo 23 bis, primo comma, dello Statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea e dell'articolo 107, paragrafo 1, del regolamento di procedura.

59 In secondo luogo, per quanto riguarda il criterio dell'urgenza, da una giurisprudenza costante risulta che tale criterio è soddisfatto quando la persona interessata nella causa principale è, alla data di presentazione della domanda di pronuncia pregiudiziale, privata della libertà e la questione se possa continuare ad essere detenuta dipende dall'esito della controversia nel procedimento principale (sentenza del 28 aprile 2022, C e CD (Ostacoli giuridici all'esecuzione di una decisione di consegna), C-804/21 PPU, EU: C:2022:307, punto 39 e giurisprudenza citata).

60 Nel caso di specie, dalla domanda di pronuncia pregiudiziale risulta che HF si trova attualmente in stato di arresto provvisorio e che, a seconda della risposta fornita alla questione pregiudiziale, il giudice del rinvio potrebbe essere tenuto a ordinare la liberazione di HF.

61 In tali circostanze, la Seconda Sezione della Corte di giustizia, il 15 luglio 2022, su proposta del giudice relatore e sentito l'avvocato generale, ha deciso di accogliere la richiesta del giudice del rinvio di trattare la presente domanda di pronuncia pregiudiziale con il procedimento pregiudiziale d'urgenza.

62 Essa ha inoltre deciso, in base all'articolo 113, paragrafo 2, del Regolamento di procedura, di rinviare la presente causa alla Corte per l'assegnazione alla Grande Sezione.

Esame della questione pregiudiziale

63 Con la sua questione, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se l'articolo 54 della CAAS, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta, debba essere interpretato nel senso che osta all'estradizione, da parte delle autorità di uno Stato membro, di un cittadino di un paese terzo verso un altro paese terzo, qualora, da un lato, tale cittadino sia stato condannato con sentenza definitiva in un altro Stato membro per gli stessi fatti cui si riferisce la domanda di estradizione e sia stato sottoposto alla pena inflitta, e, in secondo luogo, la domanda di estradizione sia fondata su un trattato bilaterale di estradizione che limita la portata del principio ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato membro richiesto.

64 In via preliminare, occorre ricordare che il principio ne bis in idem è un principio fondamentale del diritto dell'Unione, ormai sancito dall'articolo 50 della Carta (sentenze del 22 marzo 2022, bpost, C-117/20, EU:C:2022:202, punto 22, e del 22 marzo 2022, Nordzucker e a., C-151/20, EU:C:2022:203, punto 28).

65 Inoltre, tale principio, sancito anche dall'articolo 54 della CAAS, deriva dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri. È quindi opportuno interpretare quest'ultimo articolo alla luce dell'articolo 50 della Carta, mentre l'articolo 54 serve a garantirne il rispetto dell'essenza (v., in tal senso, sentenza Interpol red notice, punto 70 e giurisprudenza citata).

66 Alla luce dei dubbi espressi dal giudice del rinvio ed esposti ai punti da 47 a 53 della presente sentenza, è opportuno esaminare, in primo luogo, gli orientamenti interpretativi relativi all'articolo 54 della CAAS, prima di affrontare l'eventuale effetto, ai fini dell'applicazione di tale articolo nella controversia di cui al procedimento principale, del Trattato di estradizione Germania-USA e dell'articolo 351, primo comma, TFUE.

Articolo 54 della CAAS

67 Secondo la costante giurisprudenza della Corte, nell'interpretare una disposizione del diritto dell'Unione occorre considerare non solo il suo tenore letterale, ma anche il suo contesto e gli obiettivi della normativa di cui fa parte (sentenza Interpol red notice, punto 77 e giurisprudenza citata).

68 Come risulta dal suo tenore letterale, l'articolo 54 della CAAS osta a che uno Stato membro intervenga nei confronti di una persona per gli stessi fatti per i quali, nei suoi confronti, è stata pronunciata una sentenza definitiva in un altro Stato membro, a condizione che, se è stata inflitta una sanzione, questa sia stata eseguita, sia effettivamente in corso di esecuzione o non possa più essere eseguita in base alla legislazione di quest'ultimo Stato.

69 Nel caso di specie, il giudice del rinvio chiede specificamente alla Corte, da un lato, l'applicazione di tale disposizione in relazione a una domanda formale di estradizione e, dall'altro, se la nozione di "persona" di cui a tale disposizione comprenda un cittadino di un paese terzo.

70 A tale riguardo, si deve innanzitutto ritenere che la nozione di "azione penale", ai sensi dell'articolo 54 della CAAS, comprenda una domanda di estradizione. Come ha affermato, in sostanza, l'avvocato generale al punto 46 delle sue conclusioni, se l'arresto provvisorio di una persona oggetto di un avviso rosso dell'Interpol, il cui scopo è quello di consentire l'estradizione di tale persona verso un paese terzo, rientra in tale nozione, lo stesso vale a fortiori per l'esecuzione di una domanda di estradizione, qualora tale esecuzione costituisca un atto di uno Stato membro che contribuisce all'effettivo perseguimento di un reato nel paese terzo interessato.

71 In secondo luogo, per quanto riguarda la questione se la nozione di "persona" di cui all'articolo 54 della CAAS includa un cittadino di un paese terzo, occorre rilevare che tale articolo garantisce la tutela del principio ne bis in idem quando il processo di "una persona" è stato definitivamente disposto in uno Stato membro.

72 Pertanto, si deve ritenere, innanzitutto, che la formulazione dell'articolo 54 della CAAS non stabilisca una condizione relativa al possesso della cittadinanza di uno Stato membro.

73 Tale conclusione è poi corroborata dal contesto di tale disposizione.

74 L'articolo 50 della Carta, alla luce del quale deve essere interpretato l'articolo 54 della CAAS, dispone che "nessuno" può essere sottoposto a un nuovo processo o a una nuova sanzione penale per un reato per il quale è già stato assolto o condannato in via definitiva nell'Unione europea conformemente alla legge. Di conseguenza, anche l'articolo 50 della Carta non stabilisce un legame con lo status di cittadino dell'Unione europea. Inoltre, come ha osservato l'Avvocato generale al punto 49 delle sue conclusioni, l'articolo 50 non figura nel capitolo V della Carta, relativo ai "Diritti dei cittadini", ma nel capitolo VI della stessa, relativo alla "Giustizia".

75 Infine, l'interpretazione dell'articolo 54 della CAAS secondo la quale la nozione di "persona" di cui a tale disposizione comprende il cittadino di un paese terzo è sostenuta anche dagli obiettivi perseguiti da tale disposizione.

76 Da un lato, dalla giurisprudenza emerge che il principio del ne bis in idem sancito dall'articolo 54 della CAAS mira a garantire, nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, che una persona il cui processo sia stato definitivamente chiuso non sia perseguita in più Stati membri per gli stessi fatti a causa dell'esercizio del suo diritto alla libera circolazione, al fine di garantire la certezza del diritto attraverso il rispetto delle decisioni degli organi pubblici passate in giudicato (v., in tal senso, sentenza Interpol red notice, punto 79).

77 In secondo luogo, la Corte ha affermato che, come corollario del principio dell'autorità di cosa giudicata, il principio del ne bis in idem mira a garantire la certezza del diritto e l'equità, in quanto assicura che, una volta che la persona interessata è stata giudicata e, se del caso, punita, essa abbia la certezza di non essere giudicata nuovamente per lo stesso reato (sentenza del 22 marzo 2022, Nordzucker e altri, C-151/20, EU:C:2022:203, punto 62). L'articolo 54 della CAAS garantisce quindi che le persone che, una volta perseguite, sono state definitivamente archiviate siano lasciate indisturbate (sentenza del 28 settembre 2006, Gasparini e altri, C-467/04, EU:C:2006:610, punto 27).

78 Pertanto, alla luce degli obiettivi perseguiti dall'articolo 54 della CAAS, si deve ritenere che l'applicazione di tale disposizione non possa essere limitata ai soli cittadini di uno Stato membro, dal momento che tale disposizione mira, più in generale, a garantire che chiunque sia stato condannato e abbia scontato la propria pena o, a seconda dei casi, sia stato condannato e abbia scontato la propria pena, a seconda dei casi, sia stato assolto con sentenza definitiva in uno Stato membro, possa viaggiare all'interno dello spazio Schengen senza temere di essere perseguito in un altro Stato membro per gli stessi fatti (cfr., in tal senso, sentenza del 29 giugno 2016, Kossowski, C-486/14, EU: C:2016:483, punto 45).

79 Va inoltre aggiunto che, all'udienza, è stata sollevata la questione della legittimità o meno del soggiorno di HF al momento dell'arresto, che era rilevante al fine di determinare se il soggiorno di HF rientrasse o meno nell'ambito di applicazione dell'articolo 54 della CAAS.

80 Tale fattore è irrilevante ai fini dell'applicazione dell'articolo 54 della CAAS. Anche se il soggiorno dell'interessato non fosse regolare al momento del suo arresto, tale circostanza non comporterebbe la sua esclusione dalla protezione conferita da tale articolo.

81 È vero che, come è stato rilevato al punto 76 della presente sentenza, il principio del ne bis in idem sancito dall'articolo 54 della CAAS mira, tra l'altro, a garantire che una persona il cui processo si sia concluso in uno Stato membro possa spostarsi all'interno dello spazio Schengen senza dover temere di essere perseguita per gli stessi fatti in un altro Stato membro.

82 Tuttavia, va notato che da tale disposizione non si evince in alcun modo che il godimento del diritto fondamentale ivi previsto sia subordinato, per quanto riguarda i cittadini di Paesi terzi, al rispetto di condizioni relative alla natura lecita del loro soggiorno o al diritto alla libera circolazione nello spazio Schengen. In effetti, l'unico requisito stabilito da tale disposizione, e applicabile in tutti i casi, è che il processo si sia concluso definitivamente in uno degli Stati membri, fermo restando che, in caso di condanna, la pena deve essere stata eseguita, o deve essere in corso di esecuzione, o non può più essere eseguita in base alla legislazione dello Stato di condanna.

83 Va inoltre notato che nessun'altra disposizione della CAAS subordina l'applicazione dell'articolo 54 a condizioni relative allo status giuridico del soggiorno dell'interessato o al beneficio di un diritto di libera circolazione all'interno dello spazio Schengen. Inoltre, mentre tale disposizione rientra nel Titolo III della CAAS, intitolato "Polizia e sicurezza", le disposizioni relative alle condizioni di circolazione degli stranieri sono incluse nel Titolo II della CAAS, intitolato "Soppressione dei controlli alle frontiere interne e circolazione delle persone".

84 Inoltre, come è stato sottolineato ai punti 76 e 77 della presente sentenza, il principio del ne bis in idem sancito dall'art. 54 della CAAS mira anche a garantire la certezza del diritto nell'ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, assicurando il rispetto delle decisioni degli organi pubblici degli Stati membri passate in giudicato.

85 La tutela di qualsiasi persona il cui processo sia stato definitivamente chiuso in uno Stato membro, indipendentemente dalla sua nazionalità e dalla regolarità del suo soggiorno, contro un nuovo procedimento giudiziario per gli stessi fatti in un altro Stato membro contribuisce alla realizzazione di tale obiettivo.

86 Ne consegue che, in un caso come quello oggetto della causa principale, indipendentemente dal fatto che l'interessato soggiornasse legalmente al momento del suo arresto, e quindi dal fatto che godesse o meno del diritto alla libera circolazione ai sensi dell'articolo 20, paragrafo 1, della CAAS, si deve ritenere che egli rientri nell'ambito di applicazione dell'articolo 54 della CAAS.

87 Tale constatazione non è rimessa in discussione dal fatto che, come rilevato dal giudice del rinvio, nella sentenza Interpol red notice la Corte ha fatto più volte riferimento al diritto alla libera circolazione, ai sensi dell'articolo 21 TFUE.

88 Da tale sentenza, in particolare dai punti da 89 a 93 e 106, risulta che la Corte, in tale sentenza, ha interpretato l'articolo 54 della CAAS alla luce del solo articolo 50 della Carta e non dell'articolo 21 TFUE. Inoltre, come ha osservato l'Avvocato generale, in sostanza, al punto 52 delle sue conclusioni, i riferimenti all'articolo 21 TFUE contenuti in tale sentenza si spiegano con le circostanze della causa che ha dato origine a tale sentenza, in cui un cittadino tedesco lamentava che la pubblicazione di un avviso rosso dell'Interpol nei suoi confronti gli impediva di esercitare il suo diritto alla libera circolazione ai sensi di tale articolo, in quanto non poteva recarsi in uno Stato membro diverso dalla Repubblica federale di Germania senza correre il rischio di essere arrestato.

89 Inoltre, nella sentenza del 27 maggio 2014, Spasic (C-129/14 PPU, EU:C:2014:586, punti da 61 a 63), la Corte non ha espresso alcuna riserva sull'applicabilità, nella controversia di cui al procedimento principale, dell'articolo 54 della CAAS, letto alla luce dell'articolo 3, paragrafo 2, TUE, mentre tale controversia riguardava, come nel caso del procedimento principale, un cittadino serbo che non godeva del diritto alla libera circolazione garantito dall'articolo 21 TFUE.

90 Ne consegue che l'articolo 54 della CAAS, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta, osta all'estradizione, da parte delle autorità di uno Stato membro, di un cittadino di un paese terzo verso un altro paese terzo, qualora, da un lato, un altro Stato membro abbia pronunciato una sentenza definitiva nei confronti di tale cittadino per gli stessi fatti cui si riferisce la domanda di estradizione e, dall'altro, qualora sia stata inflitta una pena, questa sia stata eseguita, sia effettivamente in corso di esecuzione o non possa più essere eseguita in forza del diritto di tale altro Stato membro.

91 Tale interpretazione dell'articolo 54 della CAAS non può essere messa in discussione dagli argomenti, sollevati dalla Procura della Repubblica di Monaco e dal Governo tedesco sia nelle loro osservazioni scritte che in udienza, secondo cui è necessario, in caso di richiesta di estradizione di un cittadino di un Paese terzo verso un altro Paese terzo, interpretare tale articolo in modo restrittivo al fine di garantire il buon funzionamento della giustizia e l'efficacia dell'azione penale. In tale contesto, le parti interessate esprimono riserve sul fatto che il procedimento dinanzi ai tribunali sloveni abbia preso in considerazione tutti i fattori pertinenti per giudicare gli atti commessi da HF nel periodo considerato da tali tribunali, in particolare alcune informazioni disponibili alle autorità statunitensi.

92 A tal proposito, occorre ricordare che sia il principio della fiducia reciproca tra gli Stati membri sia il principio del riconoscimento reciproco, che si basa a sua volta sulla fiducia reciproca tra questi ultimi, rivestono, nel diritto dell'Unione, un'importanza fondamentale, dato che consentono di creare e mantenere uno spazio senza frontiere interne (sentenza del 15 ottobre 2019, Dorobantu, C-128/18, EU:C:2019:857, punto 46 e giurisprudenza citata).

93 Per quanto riguarda, in particolare, l'articolo 54 della CAAS, la Corte ha affermato che esso implica necessariamente che gli Stati membri abbiano fiducia reciproca nei rispettivi sistemi di giustizia penale, in quanto ciascuno di essi acconsente all'applicazione della legge penale in vigore negli altri Stati membri anche quando il risultato sarebbe diverso se venisse applicato il proprio diritto nazionale. Tale fiducia reciproca richiede che le autorità competenti del secondo Stato membro accettino al valore nominale una decisione definitiva comunicata loro nel primo Stato membro (v., in tal senso, sentenza Interpol red notice, punto 80 e giurisprudenza citata).

94 Nel caso di specie, un'interpretazione dell'art. 54 della CAAS come quella sostenuta dalla Procura di Monaco e dal governo tedesco, in quanto equivarrebbe a consentire l'avvio di più procedimenti penali nei confronti della stessa persona per gli stessi fatti per i quali essa è stata condannata o assolta con sentenza definitiva in un altro Stato membro, metterebbe in discussione, nelle relazioni tra gli Stati membri, il fondamento stesso dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia come spazio senza frontiere interne e disattenderebbe i principi della fiducia reciproca e del mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie in materia penale su cui si basa tale disposizione.

Il Trattato di estradizione Germania-USA e l'Accordo UE-USA

95 Il giudice del rinvio cerca inoltre di verificare se il fatto che, da un lato, l'Accordo UE-USA non preveda un motivo di rifiuto basato sul principio ne bis in idem e, dall'altro, il Trattato di estradizione Germania-USA limiti la portata del principio ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato richiesto, sia idoneo a incidere sulla soluzione da dare alla questione pregiudiziale.

96 A tale proposito, dall'articolo 1 dell'Accordo UE-USA risulta che l'Unione europea e gli Stati Uniti si sono impegnati, conformemente alle disposizioni di tale accordo, a prevedere un rafforzamento della cooperazione "nell'ambito delle relazioni di estradizione applicabili tra gli Stati membri e gli Stati Uniti d'America che disciplinano l'estradizione degli autori di reati".

97 Inoltre, dall'articolo 3, intitolato "Ambito di applicazione in relazione ai trattati bilaterali di estradizione conclusi dagli Stati membri", risulta che le disposizioni dell'Accordo UE-USA di cui agli articoli da 4 a 14 di tale accordo sostituiscono o integrano, conformemente alle condizioni e alle procedure di cui all'articolo 3, le disposizioni dei trattati bilaterali di estradizione conclusi tra gli Stati membri e gli Stati Uniti.

98 Di conseguenza, l'Accordo UE-USA si applica alle relazioni esistenti tra gli Stati membri e gli Stati Uniti in materia di estradizione, vale a dire alle relazioni disciplinate dai trattati bilaterali di estradizione in vigore, come il Trattato di estradizione Germania-USA. Come sottolinea la Commissione europea, tale accordo fornisce quindi un quadro comune applicabile alle procedure di estradizione verso gli Stati Uniti, di cui fanno parte i trattati bilaterali di estradizione esistenti.

99 Inoltre, l'articolo 16 dell'Accordo UE-USA stabilisce, al paragrafo 1, che esso si applica ai reati commessi sia prima che dopo la sua entrata in vigore, ossia il 1° febbraio 2010, e, al paragrafo 2, che esso si applica alle richieste di estradizione presentate dopo tale entrata in vigore.

100 Poiché l'Accordo UE-USA non prevede direttamente procedure di estradizione, ma si basa sulle procedure di estradizione previste dagli strumenti bilaterali di estradizione in vigore, le richieste di estradizione di cui all'articolo 16, paragrafo 2, devono necessariamente essere presentate sulla base di un trattato bilaterale di estradizione tra uno Stato membro e gli Stati Uniti, come il Trattato di estradizione Germania-USA.

101 Ne consegue che l'accordo UE-USA è applicabile a una procedura di estradizione come quella oggetto del procedimento principale, una volta presentata la domanda di estradizione, sulla base del trattato di estradizione Germania-USA dopo l'entrata in vigore di tale accordo (v., per analogia, sentenza del 10 aprile 2018, Pisciotti, C-191/16, EU:C:2018:222, punto 32).

102 È vero che l'Accordo UE-USA non prevede espressamente che, in caso di applicazione del principio ne bis in idem, le autorità degli Stati membri possano rifiutare un'estradizione richiesta dagli Stati Uniti (sentenza Interpol red notice, punto 97).

103 Tuttavia, l'articolo 17, paragrafo 2, dell'Accordo UE-USA contempla le situazioni in cui i principi costituzionali dello Stato richiesto o le decisioni giudiziarie definitive di natura vincolante sono tali da impedire l'adempimento dell'obbligo di estradizione e in cui né l'Accordo UE-USA né il trattato bilaterale applicabile consentono di risolvere la questione, prevedendo che, in tali situazioni, si svolgano consultazioni tra lo Stato richiesto e lo Stato richiedente (cfr., in tal senso, sentenza del 10 aprile 2018, Pisciotti, C-191/16, EU:C:2018:222, punto 40).

104 L'articolo 17, paragrafo 2, consente quindi, in linea di principio, a uno Stato membro, sulla base delle norme del proprio diritto costituzionale o di decisioni giudiziarie definitive di natura vincolante, di prevedere un esito particolare per le persone che sono già state giudicate in via definitiva per lo stesso reato per il quale è richiesta l'estradizione, vietando tale estradizione (v., in tal senso, sentenza del 10 aprile 2018, Pisciotti, C-191/16, EU:C:2018:222, punto 41). Esso costituisce pertanto una base giuridica autonoma e sussidiaria per l'applicazione del principio ne bis in idem nell'ambito di una domanda di estradizione presentata dagli Stati Uniti a uno Stato membro, qualora il trattato bilaterale applicabile non consenta di risolvere tale questione.

105 Il giudice del rinvio osserva tuttavia che, sebbene l'articolo 8 del Trattato di estradizione Germania-Stati Uniti preveda che l'estradizione non sia concessa quando la persona di cui è richiesta l'estradizione sia stata giudicata e assolta o punita con effetto definitivo e vincolante dalle autorità competenti dello Stato richiesto per il reato per il quale è richiesta l'estradizione, esso non prevede tale possibilità nel caso in cui sia stata pronunciata una sentenza definitiva in un altro Stato.

106 Il potere degli Stati membri di adottare norme sulle procedure di estradizione deve tuttavia essere esercitato nel rispetto del diritto dell'Unione, che comprende l'articolo 54 della CAAS e l'articolo 50 della Carta, applicabile alla controversia di cui al procedimento principale, tenuto conto delle constatazioni di cui ai punti 86 e 101 supra. Dalla giurisprudenza della Corte risulta che, sebbene, in assenza di norme di diritto dell'Unione che disciplinino le procedure di estradizione verso un paese terzo, gli Stati membri conservino la facoltà di adottare tali norme, essi sono tenuti ad esercitare tale facoltà nel rispetto del diritto dell'Unione (v., in tal senso, sentenza Interpol red notice, punto 100 e giurisprudenza citata).

107 Nella decisione di rinvio, il giudice del rinvio indica che l'articolo 8 del Trattato di estradizione Germania-USA deve essere interpretato nel senso che esclude le sentenze pronunciate negli altri Stati membri.

108 Qualora non sia possibile interpretare il diritto nazionale in modo conforme al diritto dell'Unione, il principio del primato impone al giudice nazionale chiamato, nell'esercizio della sua giurisdizione, ad applicare le disposizioni del diritto dell'Unione il dovere di dare piena attuazione alle prescrizioni di tale diritto nella controversia di cui è investito, se necessario disapplicando d'ufficio qualsiasi normativa nazionale, anche se adottata successivamente, che sia contraria a una disposizione del diritto dell'Unione avente effetto diretto, e non è necessario che tale giudice richieda o attenda il previo annullamento di tale legislazione nazionale per via legislativa o costituzionale (cfr., in tal senso, sentenza dell'8 marzo 2022, Bezirkshauptmannschaft Hartberg-Fürstenfeld (effetto diretto), C-205/20, EU: C:2022:168, punto 37 e giurisprudenza citata).

109 A tal proposito, la Corte ha dichiarato, con riferimento al principio ne bis in idem sancito dall'articolo 50 della Carta, che tale disposizione ha effetto diretto (sentenze del 20 marzo 2018, Garlsson Real Estate e a., C-537/16, EU:C:2018:193, punto 68, e del 24 ottobre 2018, XC e a., C-234/17, EU:C:2018:853, punto 38). Alla luce della giurisprudenza citata al punto 65 della presente sentenza, lo stesso vale per l'articolo 54 della CAAS.

110 Di conseguenza, come richiesto dalla giurisprudenza citata al punto 108 della presente sentenza, spetta al giudice del rinvio garantire la piena efficacia dell'articolo 54 della CAAS e dell'articolo 50 della Carta nel procedimento principale, disapplicando d'ufficio qualsiasi disposizione del Trattato di estradizione Germania-USA che si riveli incompatibile con il principio del ne bis in idem sancito da tali articoli, senza dover attendere che la Repubblica federale di Germania rinegozi tale trattato.

111 È irrilevante a tale riguardo che, come rilevato dal giudice del rinvio, la Repubblica federale di Germania e gli Stati Uniti abbiano convenuto, nell'ambito delle trattative per l'estradizione svoltesi nel 1978, che le decisioni pronunciate in Stati terzi non avrebbero impedito l'estradizione. Fatto salvo l'esame dell'articolo 351 TFUE di cui ai precedenti paragrafi 115-127, tale impegno non può prevalere sugli obblighi derivanti, per tale Stato membro, dalle disposizioni del diritto dell'Unione citate nel precedente paragrafo della presente sentenza a partire dalla loro entrata in vigore.

112 Occorre aggiungere che, nell'ipotesi in cui si escluda un'interpretazione delle disposizioni pertinenti del Trattato di estradizione Germania-USA conforme all'articolo 54 della CAAS e all'articolo 50 della Carta, come interpretato al punto 90 della presente sentenza, si deve ritenere che tale Trattato non risolva una questione relativa all'applicazione del principio ne bis in idem come quella sollevata nella controversia di cui al procedimento principale, con la conseguenza che tale questione deve essere risolta sulla base dell'articolo 17, paragrafo 2, dell'Accordo UE-USA, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta.

113 Alla luce di quanto rilevato al paragrafo 104 della presente sentenza e come osservato dall'Avvocato generale, in sostanza, ai punti 67 e 68 delle sue conclusioni, una decisione giudiziaria come la sentenza Okrožno sodišče/Mariboru (Tribunale distrettuale di Maribor), del 6 luglio 2012, può rientrare nell'ambito di applicazione dell'articolo 17, paragrafo 2, dell'Accordo UE-USA, poiché dalla formulazione stessa di tale disposizione si evince che una decisione giudiziaria vincolante è in grado di ostacolare l'obbligo di estradizione dello Stato richiesto in una situazione in cui il trattato bilaterale di estradizione concluso tra lo Stato membro interessato e gli Stati Uniti non è in grado di risolvere la questione dell'applicazione del principio ne bis in idem.

114 Ne consegue che la circostanza che il Trattato di estradizione Germania-Stati Uniti limiti la portata del principio ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato richiesto non può rimettere in discussione l'applicabilità dell'articolo 54 della CAAS in una controversia come quella di cui al procedimento principale, derivante dall'interpretazione di tale disposizione fornita al punto 90 supra.

Articolo 351 TFUE

115 Occorre inoltre esaminare se, come sostiene il giudice del rinvio, l'articolo 351, primo comma, TFUE possa essere interpretato nel senso che il Trattato di estradizione Germania-USA non è influenzato dalle disposizioni del diritto dell'Unione, con la conseguenza che le autorità tedesche potrebbero accogliere la domanda di estradizione oggetto del procedimento principale senza violare il diritto dell'Unione.

116 Ai sensi dell'articolo 351, primo comma, TFUE, le disposizioni dei Trattati non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da accordi conclusi anteriormente al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data della loro adesione, tra uno o più Stati membri, da un lato, e uno o più Stati terzi, dall'altro.

117 Va rilevato che, come riconosce lo stesso giudice del rinvio, tale disposizione, conformemente al suo tenore letterale, non è applicabile alla controversia di cui al procedimento principale, poiché il Trattato di estradizione Germania-USA è stato firmato il 20 giugno 1978 ed è entrato in vigore il 30 luglio 1980, vale a dire dopo il 1° gennaio 1958.

118 Il giudice del rinvio si chiede tuttavia se tale disposizione non debba essere interpretata in senso lato nel senso che essa si riferisce anche agli accordi conclusi da uno Stato membro dopo il 1° gennaio 1958 o dopo la data della sua adesione, ma prima della data in cui l'Unione europea è diventata competente nel settore disciplinato da tali accordi.

119 A questo proposito, è importante notare che l'articolo 351, primo comma, del TFUE è una norma che può, ove siano soddisfatte le sue condizioni di applicazione, consentire deroghe all'applicazione del diritto dell'Unione, compreso il diritto primario (cfr., in tal senso, sentenza del 3 settembre 2008, Kadi e Al Barakaat International Foundation/Consiglio e Commissione, C-402/05 P e C-415/05 P, EU:C:2008:461, punto 301 e giurisprudenza citata).

120 Secondo una giurisprudenza consolidata, le eccezioni devono essere interpretate in modo restrittivo, in modo da non vanificare le norme generali (sentenza del 26 febbraio 2015, Wucher Helicopter e Euro-Aviation Versicherung, C-6/14, EU:C:2015:122, punto 24 e giurisprudenza citata).

121 Tale interpretazione rigorosa è particolarmente necessaria per quanto riguarda l'articolo 351, primo comma, TFUE, poiché tale disposizione consente di derogare non a un principio specifico, ma all'applicazione di qualsiasi disposizione dei Trattati.

122 Inoltre, tale interpretazione restrittiva è necessaria anche alla luce dell'obbligo degli Stati membri, ai sensi dell'articolo 351, secondo comma, TFUE, di adottare tutte le misure appropriate per eliminare le incompatibilità esistenti tra un accordo e i Trattati (v., in tal senso, sentenze del 3 marzo 2009, Commissione/Austria, C-205/06, EU: C:2009:118, punto 45; del 3 marzo 2009, Commissione/Svezia, C-249/06, EU:C:2009:119, punto 45; e del 22 ottobre 2020, Ferrari, C-720/18 e C-721/18, EU:C:2020:854, punto 67).

123 Inoltre, il riferimento dell'articolo 351, primo comma, del TFUE alla data del 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, alla data della loro adesione, è stato inserito dal Trattato di Amsterdam, entrato in vigore il 1° maggio 1999. Fino ad allora, l'articolo 234 del Trattato CE utilizzava l'espressione "prima dell'entrata in vigore del presente Trattato".

124 Pertanto, quando, durante i negoziati del Trattato di Amsterdam, gli Stati membri hanno modificato l'attuale primo paragrafo dell'articolo 351 TFUE, hanno deciso di fissare come date rilevanti il 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, la data della loro adesione. Tale testo non è stato modificato in occasione dell'adozione dei Trattati di Nizza e di Lisbona.

125 Pur essendo già consapevoli, al momento della conclusione di tali Trattati, che le competenze dell'Unione europea possono evolvere in modo significativo nel corso del tempo, anche in settori oggetto di accordi conclusi con Paesi terzi, gli Stati membri non hanno previsto la possibilità di prendere in considerazione, ai fini dell'articolo 351, primo comma, del TFUE, la data in cui l'Unione europea è diventata competente in un determinato settore.

126 Ne consegue che tale disposizione derogatoria deve essere interpretata nel senso che si applica solo agli accordi conclusi prima del 1° gennaio 1958 o, nel caso degli Stati aderenti, prima della data della loro adesione.

127 Di conseguenza, l'articolo 351, primo comma, TFUE non è applicabile al trattato di estradizione Germania-USA.

La natura identica degli atti

128 Al fine di fornire una risposta il più possibile utile al giudice del rinvio, occorre inoltre ricordare che, secondo la costante giurisprudenza della Corte, il criterio rilevante ai fini della valutazione dell'esistenza di uno stesso reato, ai sensi dell'articolo 50 della Carta, è l'identità dei fatti materiali, intesa come l'esistenza di un insieme di circostanze concrete indissolubilmente legate tra loro e che hanno portato all'assoluzione o alla condanna definitiva della persona interessata. Pertanto, tale articolo vieta l'imposizione, in relazione a fatti identici, di più sanzioni penali a seguito di procedimenti diversi avviati a tali fini (sentenza del 22 marzo 2022, bpost, C-117/20, EU:C:2022:202, paragrafo 33 e giurisprudenza citata).

129 Pertanto, la condizione relativa all'esistenza della stessa violazione richiede che i fatti materiali siano identici. Per contro, il principio ne bis in idem non è destinato ad essere applicato quando i fatti in questione non sono identici, ma semplicemente simili (sentenza del 22 marzo 2022, bpost, C-117/20, EU:C:2022:202, punto 36).

130 Per identità degli atti materiali si intende un insieme di circostanze concrete derivanti da eventi che sono, in sostanza, gli stessi, in quanto coinvolgono lo stesso autore e sono inestricabilmente legati tra loro nel tempo e nello spazio (sentenza del 22 marzo 2022, bpost, C-117/20, EU:C:2022:202, paragrafo 37).

131 Nel caso di specie, in primo luogo, risulta dall'ordinanza di rinvio che la domanda di estradizione oggetto del procedimento principale riguarda reati commessi da HF tra il settembre 2008 e il dicembre 2013. In secondo luogo, il giudice del rinvio rileva che i fatti per i quali è stata pronunciata la sentenza definitiva nei confronti di HF in Slovenia sono identici a quelli cui si riferisce tale domanda di estradizione, in quanto essa descrive i reati commessi fino al giugno 2010 incluso. Pertanto, il giudice del rinvio rileva che la condanna pronunciata dai tribunali sloveni riguarda solo una parte dei fatti oggetto di tale domanda di estradizione.

132 La questione sollevata nel caso di specie si basa sulla premessa che i fatti indicati in una domanda di estradizione siano gli stessi per i quali l'imputato è già stato condannato con sentenza definitiva dai giudici di un altro Stato membro.

133 A tale riguardo, spetta al giudice del rinvio, unico competente a pronunciarsi sui fatti, e non alla Corte, stabilire se i fatti oggetto della domanda di estradizione di cui trattasi nel procedimento principale siano gli stessi per i quali è stata pronunciata una sentenza definitiva da parte dei giudici sloveni (v., per analogia, sentenze del 28 settembre 2006, Gasparini e a., C-467/04, EU: C:2006:610, punto 56, e del 22 marzo 2022, bpost, C-117/20, EU:C:2022:202, punto 38). Ciò premesso, la Corte può fornire al giudice del rinvio elementi di interpretazione del diritto dell'Unione nell'ambito della valutazione dell'identità degli atti (v., in tal senso, sentenza del 22 marzo 2022, Nordzucker e a., C-151/20, EU:C:2022:203, punto 42).

134 A tale riguardo, alla luce della giurisprudenza citata ai punti 128-130 della presente sentenza, si deve constatare, da un lato, che il principio del ne bis in idem, ai sensi dell'articolo 54 della CAAS, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta, non può ostare all'estradizione per quanto riguarda i reati asseritamente commessi dall'interessato i cui elementi di fatto, secondo quanto accertato dal giudice dello Stato membro richiesto alla luce del fascicolo ad esso sottoposto, sono presi in considerazione ai fini della condanna da parte dei giudici di un altro Stato membro.

135 In secondo luogo, il principio del ne bis in idem non può riguardare i reati oggetto della domanda di estradizione che, pur essendo stati commessi nel periodo preso in considerazione ai fini di tale condanna, riguardino fatti materiali diversi da quelli oggetto di tale condanna (v., in tal senso, sentenza del 16 novembre 2010, Mantello, C-261/09, EU:C:2010:683, punto 50).

136 Alla luce di tutte le considerazioni che precedono, occorre rispondere alla questione sollevata dichiarando che l'articolo 54 della CAAS, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta, deve essere interpretato nel senso che esso osta all'estradizione, da parte delle autorità di uno Stato membro, di un cittadino di un paese terzo verso un altro paese terzo, qualora, da un lato, tale cittadino sia stato condannato con sentenza definitiva in un altro Stato membro per gli stessi fatti cui si riferisce la domanda di estradizione e sia stato sottoposto alla pena inflitta in tale Stato, e, in secondo luogo, la domanda di estradizione sia fondata su un trattato bilaterale di estradizione che limita la portata del principio ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato membro richiesto.

Costi

137 Poiché il presente procedimento costituisce, per le parti del procedimento principale, una fase del procedimento pendente dinanzi al giudice del rinvio, la decisione sulle spese spetta a quest'ultimo. Le spese sostenute per la presentazione di osservazioni alla Corte, diverse da quelle sostenute dalle parti, non sono recuperabili.

Per questi motivi, la Corte (Grande Camera) si pronuncia:

L'articolo 54 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985 tra i governi degli Stati dell'Unione economica Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni, firmata a Schengen il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore il 26 marzo 1995, come modificata dal regolamento (UE) n. 610/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, letto alla luce dell'articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

deve essere interpretato nel senso che osta all'estradizione, da parte delle autorità di uno Stato membro, di un cittadino di un paese terzo verso un altro paese terzo, qualora, da un lato, tale cittadino sia stato condannato con sentenza definitiva in un altro Stato membro per i medesimi fatti cui si riferisce la domanda di estradizione e sia stato sottoposto alla pena inflitta in tale Stato e, dall'altro, la domanda di estradizione sia fondata su un trattato bilaterale di estradizione che limita la portata del principio del ne bis in idem alle sentenze pronunciate nello Stato membro richiesto".

[Firme]

* Lingua del caso: Tedesco.